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PASSA AL SENATO IL DDL SULLA SICUREZZA
Le reazioni, tra favorevoli e contrari: tutte le novità |
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Il
Senato ha detto sì al nuovo decreto di legge sulla
sicurezza, passato con 154 voti a favore e 114 contrari.
Nel provvedimento si stabilisce che i medici possano denunciare
gli immigrati clandestini; si istituisce un registro delle
persone senza fissa dimora; si autorizzano le ronde di cittadini
anche se non armate; si vieta l’apologia o l’incitamento
alla violenza via internet; si stabiliscono le sanzioni
(non il carcere) per i writers; si torna al reato di oltraggio;
si vieta la concessione dei domiciliari agli stupratori
e si prevede il gratuito patrocinio per le vittime. Infine,
si innalza la quota della tassa di soggiorno per gli stranieri
e si stabilisce che il permesso sia a punti: chi sbaglia
se ne deve andare. A far discutere è soprattutto
la norma che concede ai medici la facoltà di denunciare
gli illegali e che è stata duramente attaccata non
solo dall’opposizione ma anche da alcuni componenti
del Pdl. Il fronte dell’opposizione si è ritrovato
sulla questione dell’assistenza sanitaria. Rosy Bindi
ha auspicato una «massiccia obiezione» da parte
dei medici, mentre Veltroni ha parlato di «un’idea
sostanzialmente razzista e del tutto inaccettabile»
contro la quale ha auspicato «una risposta forte e
determinata». Parole di fuoco sono arrivate anche
da Rutelli e da Di Pietro mentre Vendola, governatore della
Puglia ha evocato l’«impronta di stampo nazista».
Ma anche l’Udc è contro e annuncia una dura
battaglia alla Camera. «Un ministro dell’Interno
— ha detto Casini criticando Maroni — non deve
essere nè buono nè cattivo ma giusto perchè
questo è uno Stato di diritto».
Indignati i sindacati, mentre il sottosegretario Mantovano
spiega che, in realtà, è stata data una interpretazione
errata. «E’ falso - ha detto - che l’emendamento
approvato imponga al medico di segnalare il clandestino.
La norma si limita a consentire che questa segnalazione
avvenga quando sussistano gravi ragioni di interesse collettivo
e personale, come porre in evidenza stati di malattia pericolosi
per il paziente o che determinano rischi di epidemia».
Mugugni anche da parte dei parlamentari cattolici: il cardinale
Tettamanzi ha detto chiaramente che «i medici sanno
qual è la loro deontologia», mentre la Cei,
attraverso monsignor Segalini, ha avvertito:«Noi non
denunceremo nessuno». Alle polemiche politiche si
aggiungono anche quelle dei magistrati. Giuseppe Cascini,
segretario dell’Anm, ritiene che la norma sugli stupratori
non significhi divieto di domiciliari. Ma il ministero della
Giustizia ha puntualizzato che «per chi commette reati
di violenza sessuale è obbligatoria la custodia cautelare
in carcere. Per i sindacati di polizia, infine, il via libera
alle ronde sarà un boomerang. L’auspicio delle
associazioni dei medici è che la Camera cancelli
l’emendamento sui sanitari-sceriffi, ma comunque avvertono:
«I medici in tutti i casi continueranno a comportarsi
come hanno fatto finora, ossia curando la persona malata
senza chiederle la residenza, la religione o la cittadinanza».
Stefano Biasoli, presidente nazionale Cimo-Asmd non crede
ci siano margini di trattativa e sottolinea: «Non
siamo questurini, né carabinieri e non si può
scaricare sull’ultimo medico dell’ultimo paese
il compito di controllare gli immigrati». Come Biasoli
la pensano tutti i rappresentanti, sindacali o dell’ordine,
dei sanitari. Per l’Anaao Assomed, associazione dei
medici dirigenti, il provvedimento inoltre potrebbe avere
pesanti ripercussioni sulla salute pubblica. Il perché
lo spiega Giacomo Milillo, segretario della Federazione
dei medici di famiglia (Fimmg): «Se molte persone,
per paura di conseguenze legali, rinunciano a farsi curare
nelle strutture pubbliche, si può determinare una
situazione di pericolo, soprattutto in presenza di malattie
infettive, sia per il singolo che per l’intera popolazione».
Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli ordini
dei medici, non è meno preoccupato per una «norma
che va contro l’etica e la deontologia e si potrebbe
rivelare un boomerang per la salute pubblica». «Il
controllo della delinquenza, da parte dei medici c’è
già - ha proseguito il responsabile della Fnomceo
- se viene da noi un clandestino accoltellato o picchiato
o moribondo abbiamo già l’obbligo del referto.
Ma allargare questa norma a tutti i clandestini mi sembra
sia un vulnus alla ragione e alla coscienza». La pensano
allo stesso modo i medici cattolici (Amci) e il presidente
Vincenzo Saraceni rivolge il pensiero «alle partorienti
immigrate senza permesso di soggiorno: in questo caso potrebbe
essere in gioco anche la salute dei bambini».
LO SCONCERTO è condiviso dalle organizzazioni sindacali
che si riconoscono in Cgil, Cils, Uil e Ugl. Ma anche organizzazioni
come “Medici senza frontiere” ed Emergency hanno
voluto esprimere stupore e imbarazzo. «Anche di fronte
all’inciviltà sollecitata da una norma stolta
ancora prima che perversa — ha detto Gino Strada —
sono certo che i medici italiani agiranno nel rispetto del
giuramento di Ippocrate, nel rispetto della Costituzione
e della Dichiarazione universale dei diritti umani. Nel
rispetto, soprattutto, di chiunque si rivolga a loro avendo
bisogno di un medico». |
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