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“STOP ALLE MANIFESTAZIONI DI FRONTE AI LUOGHI DI
CULTO”
La svolta del Ministro dell’Interno Roberto Maroni |
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Niente
più manifestazioni davanti ai luoghi di culto. Lo
ha deciso il ministro dell’Interno Roberto Maroni,
sulla scia delle polemiche seguite alla preghiera islamica
in piazza Duomo a Milano, a conclusione di un’iniziativa
di solidarietà nei confronti della popolazione palestinese
della striscia di Gaza. “Ho preparato una direttiva
per tutti i prefetti – ha aggiunto il ministro - affinché
fatti come quelli di Milano non abbiano a ripetersi”.
Maroni ha poi ribadito che l’obiettivo è quello
di “meglio regolare le manifestazioni, garantendo
il diritto di manifestare e allo stesso tempo il diritto
dei cittadini a fruire pacificamente degli spazi della propria
città. L’iniziativa è stata accolta
positivamente dal presidente dell'istituto islamico milanese
di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari. “E’ giusto
così - ha commentato - il ministro ha il diritto
di chiedere il rispetto dei luoghi di culto e noi lo abbiamo
preceduto. E’ una decisione che, da parte nostra,
abbiamo già preso”. Da qua partono alcuni spunti
di riflessione: in Italia, sinora, i fondamentalisti islamici
hanno impedito che si regolamentasse il funzionamento delle
moschee, sostenendo che la legislazione non deve modificare
il diritto di famiglia secondo i precetti della sharia.
Il vero allarme democratico risuona da anni in questa gestione
fondamentalista delle moschee nazionali. Qualcuno ha ben
pensato di risolvere i problemi di integrazione della comunità
araba, non agganciandosi ai problemi reali e alla vita della
massa dei musulmani, ma privilegiando quella minoranza che
frequenta le moschee. Costoro sono stati oggetti di regalie,
esaltazioni, a loro sono stati messi a disposizione convegni,
palchi, finanziamenti pubblici, terreni. Il fiancheggiamento
a questa scelta da parte di alcuni settori della Chiesa
che interpretano malamente lo spirito del Concilio e il
dialogo interreligioso, ha poi completato il quadro. Naturalmente,
questa scelta ha prodotto un profondo rigetto nel nord Italia.
L’estraneità e l’aggressività
culturale di un Islam che si propone – e lo dice-
di conquistare l’Europa e che punta – e lo dice-
a imporre la sharia in Italia, è stata ampiamente
recepita a livello sociale, e ha creato un profondo spirito
di rigetto. Rigetto che si è moltiplicato per mille
per la altrettanto dissennata scelta di molti sindaci che
hanno permesso che gli immigrati musulmani regolari si insidiassero
in veri e propri suk nel centro storico delle città,
violentando letteralmente le millenarie radici delle comunità
italiane. Fino al punto in cui ci troviamo oggi. |
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COMMENTI |
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occidentale come fonte di princìpi universali e
irrinunciabili, contrastando, in nome di una comune tradizione
storica e culturale, ogni tentativo di costruire un'Europa
alternativa o contrapposta agli Stati Uniti. |
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Siamo
impegnati a rifondare un nuovo europeismo che ritrovi
nell'ispirazione dei padri fondatori dell'unità
europea la sua vera identità e la forza di parlare
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società naturale fondata sul matrimonio, da tenere
protetta e distinta da qualsiasi altra forma di unione
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in nome della condivisione dei valori e dei princìpi
della nostra Costituzione, senza più accettare
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quali valori universali validi ovunque, tanto in Occidente
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Siamo
impegnati a riconfermare la distinzione fra Stato e
Chiesa, senza cedere al tentativo laicista di relegare
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Siamo
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come un crimine contro l'umanità, a privarlo
di ogni giustificazione o sostegno, a isolare tutte
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