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VERSO
UN MANIFESTO DELL'OCCIDENTE
Esiste il diritto di tacere ? |
di
Nicholas Farrell
(storico e giornalista, è opinionista
de "La Voce di Romagna", "Libero",
ex "Sunday
Telegraph" di Londra.)
(articolo
tratto da "Le Ragioni dell'Occidente - Aprile 2008)
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Lo scorso 20 Aprile era il quarantesimo anniversario del
discorso probabilmente più importante nella storia
della politica britannica dalla seconda Guerra mondiale:
il suo titolo era "Rivers of Blood" (Fiumi di
sangue) e il suo autore il grande politico conservatore
Enoch Powell.
Concluse il discorso dicendo: "As I look ahead, I am
filled with foreboding; like the Roman, I seem to see the
River Tiber foaming with much blood." (Mentre guardo
al futuro, mi riempio di preoccupazioni; come il Romano,
mi sembra di veder il Fiume Tevere schiumare per il tanto
sangue).
Powell si era sentito costretto a rilasciare queste dichiarazioni
perché, mentre tanta gente veniva da lui a lamentarsi
delle conseguenze disastrose dell'immigrazione selvaggia
di quegli anni (che è niente in confronto a quella
degli ultimi 10 anni), tutti ne tacevano nel Parlamento
e nei media. Ma poi dopo il discorso entrambe le parti l'hanno
massacrato, costringendolo a dimettersi. Così è
terminata la sua carriera brillante da politico di primo
rango.
Quindi lo scorso 20 Aprile era anche il quarantesimo anniversario
di una delle più grosse bugie nella storia della
politica britannica dalla seconda guerra mondiale: cioè
che l'accurata previsione da parte di Powell dei danni del
multiculturalismo forzato ha "precluso" un dibattito
razionale sull'immigrazione, dal momento che chiunque cerchi
di entrare nell'argomento viene bollato come "razzista".
Sarebbe meno vergognoso se questa presa di posizione nei
confronti di Powell fosse il risultato di ignoranza. Ma
non è così. Powell è stato strumentalizzato
dalla sinistra - e anche da parecchi esponenti del partito
conservatore - come una cinica scusa per mascherare il fallimento
della sinistra nel controllo dell'immigrazione e nel mantenimento
della coesione sociale.
Iniziano bollando Powell come razzista, bugia frettolosa.
E proseguono dicendo che chiunque parli di immigrazione
verrà etichettato alla stessa maniera, ulteriore
bugia. Il tutto è molto conveniente per coloro che
hanno tradito il paese permettendo l'esistenza di una vasta
comunità di immigranti che fa gran fatica a integrarsi
- e di conseguenza hanno tradito anche gli immigrati stessi.
Il tutto non regge.
Parecchio tempo prima che Powell facesse il suo discorso
- una copia del quale ogni casa del paese dovrebbe possedere,
in quanto le poche volte che l'ho sentito citare era completamente
inaccurato - esisteva una specie di "codice del silenzio"
sull'immigrazione. Molto prima che venisse inventato il
termine "politicamente corretto" parlarne era
vista come un'ineducazione.
Powell nel suo discorso dice di aver trovato allarmanti
le opinioni sull'immigrazione di massa di parecchi elettori
a Wolverhampton (la città al nord che rappresentava
come deputato), il modo in cui si rifletteva sulle loro
vite ed il suo impatto sui servizi pubblici locali. Ha detto
di sapere che dire queste cose avrebbe sollevato cori d'indignazione.
Ma da deputato i cui elettori avevano portato a lui un problema
profondamente preoccupante, si è posta una domanda
ancora più importante: esiste, in tali circostanze,
il diritto di tacere?
Powell aveva vissuto e lavorato in India negli anni '40.
Si era innamorato del paese, della sua cultura e della gente
al punto che desiderò di passarci il resto della
sua vita. Imparò fluentemente due dei dialetti indiani.
Certo, questo non ferma le malelingue dei politici che lo
accusano di essere razzista, bigotto e quant'altro. Pochi
mesi fa persino David Cameron, l'attuale leader dei conservatori,
licenziò uno dei suoi candidati parlamentari perché
aveva detto che Powell aveva ragione. Di questo passo, "Dave"
caccerebbe via anche chi gli dice che il Papa è cattolico.
In Inghilterra, molti degli immigrati si sono integrati
negli scorsi 40 anni. Molti altri hanno deciso di non farlo.
Quattro di loro, ad esempio, hanno ammazzato 52 innocenti
sulla rete del trasporto pubblico a Londra quasi tre anni
fa. Altri, secondo la polizia e i servizi segreti, stanno
cercando di ripetere la stessa cosa. Finora non ce l'hanno
fatta: ma quanto durerà?
Tutto questo è l'eredità di chi non ha voluto
prendere Powell sul serio; dei militanti sinistroidi che
hanno urlato al "razzismo" per evitare i dibattiti
sull'immigrazione; dei politici che non vedono nulla di
male nel costringere milioni di immigrati a vivere nei ghetti,
senza preoccuparsi del loro benessere e di coloro che già
vivono in quei luoghi; e dei ministri del governo laburista
di Gordon Brown che dicono di non vedere la necessità
di rinforzare i controlli sull'immigrazione, il tutto nel
deliberato interesse di distruggere la nostra identità
nazionale.
Powell è stato il più grande pensatore conservatore
nella vita politica dell'Inghilterra a memoria d'uomo. Aveva
previsto che ci sarebbero state inimmaginabili tensioni
nel cercare di alterare il carattere della nazione. Dovremmo
ricordare le sue parole con il dovuto rispetto. Perché
aveva ragione. |
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COMMENTI |
15-07-2008
• ADRIANO FERRO
L'arroganza dei bugiardi deriva dalla debolezza (leggi:
viltà) degli altri.
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21-07-2008
• ROMOLO SANTONI
Ammucchiare gli esseri umani per nazione, cultura o colore
della pelle è politicamente razzista e scientificamente
insulso. Invocare orizzonti cristiani per queste affermazioni
è ideologicamente incoerente. Purtroppo questo stile
demenziale e ottuso ha fatto da base alle peggiori tragedie
dell''umanità (vedi il massacro degli ebrei, quello
degli Indiani d''America e la tratta degli schiavi dall''Africa).
Fra i criminali e gli imbecilli (non so delle due caratteristiche
sia la pegiore) ci sono anche quelli che ghettizzavano i
nostri emigranti netgli Stati Uniti, li emarginavano, dicevano
che erano tutti deliquenti (dato che di delinquenti fra
di loro ce n''erano, effettivamente, ma non erano alti e
biondi come gli Irlandesi o gli Anglosassoni). E poi, via,
parlavano così male l''inglese che dovevano essere
delinquenti per forza! Così aprirono bene la strada
alla grande criminalità organizzata (leggi mafia),
che si presentò - e in qualche misura, purtroppo,
lo era - come la difesa degli emigranti italiani. En passant:
lo sapevate che gli antenati di quei polacchi che oggi "rubano"
il lavoro agli italiani sono venuti a morire a migliaia
sulle nostre spiagge per liberare il Bel Paese da un governo
criminale che milioni di vocianti imbecilli avevano osannato
fino a 3 anni prima? Impronte ai Rom? Tenete duro, vedrete
che prima o poi a qualche altro psicopatico verrà
l''idea di mettere su dei bei campi per rinchiuderli e poi
mandarli ai forni. E poi: Occidente...Occidente... Occidente!
Ma quale Ofccidente? quello di Francesco d''Assisi, di Sant''Agostino
e di Leonardo, o quello di Alesandro VI, di Cortes, Pizarro,
Mussolini, Hitler e di tutte le bestie vestite da uomini
che hanno calcato la scena della storia? Il vostro Occidente
l''ho visto sparso per la Terra a disegnare scenari di povertà,
malattie e ingiustizie, l''ho visto disseminare decine,
centinaia di milioni di tombe in nome del suo progresso!!
Che cosa vogliamo esportare? Altre due guerre mondiali?
Dove sta la "civiltà dell''Occidente"?
Nelle guerre mondiali? Nei traffici assassini dei mercanti
di morte? In tremila anni di sgozzamenti reciproci fra i
suoi popoli???? Se avessimo lasciato in pace gli altri popoli,
ora non dovremmo fare i conti con le onde della miseria
che abbiamo generato. Finitela una volta con le idiozie
della supremazia della cultura dell''Occidente, velata o
smaccatamente espressa. Smettetela, o finiremo ancora una
volta a dover fare i conti con decine di milioni di tombe,
con le città distrutte, con gli stermini e i campi
di concentramento.
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Noi
siamo impegnati a riaffermare il valore della civiltà
occidentale come fonte di princìpi universali e
irrinunciabili, contrastando, in nome di una comune tradizione
storica e culturale, ogni tentativo di costruire un'Europa
alternativa o contrapposta agli Stati Uniti. |
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Siamo
impegnati a rifondare un nuovo europeismo che ritrovi
nell'ispirazione dei padri fondatori dell'unità
europea la sua vera identità e la forza di parlare
al cuore dei suoi cittadini. |
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Siamo
impegnati ad affermare il valore della famiglia quale
società naturale fondata sul matrimonio, da tenere
protetta e distinta da qualsiasi altra forma di unione
o legame. |
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Siamo
impegnati a promuovere l'integrazione degli immigrati
in nome della condivisione dei valori e dei princìpi
della nostra Costituzione, senza più accettare
che il diritto delle comunità prevalga su quello
degli individui che le compongono.
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Siamo
impegnati a sostenere il diritto alla vita, dal concepimento
alla morte naturale, a considerare il nascituro come
"qualcuno", titolare di diritti che devono
essere bilanciati con altri, e mai come "qualcosa"
facilmente sacrificabile per fini diversi. |
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Siamo
impegnati a diffondere la libertà e la democrazia
quali valori universali validi ovunque, tanto in Occidente
quanto in Oriente, a Nord come a Sud. Non è al
prezzo della schiavitù di molti che possono vivere
i privilegi di pochi. |
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Siamo
impegnati a riconfermare la distinzione fra Stato e
Chiesa, senza cedere al tentativo laicista di relegare
la dimensione religiosa solamente nella sfera del privato.
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Siamo
impegnati a fronteggiare ovunque il terrorismo, considerandolo
come un crimine contro l'umanità, a privarlo
di ogni giustificazione o sostegno, a isolare tutte
le organizzazioni che attentano alla vita dei civili,
a contrastare ogni predicatore di odio. Siamo impegnati
a fornire pieno sostegno ai soldati e alle forze dell'ordine
che tutelano la nostra sicurezza, sul fronte interno
così come all'estero. |
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