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SU
IL SIPARIO SUI GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO, MA DOV’E’
IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI?
L’elenco delle restrizioni a cui
tifosi e turisti dovranno sottostare |
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Ormai
ci siamo: ancora pochi giorni di attesa e poi si alzerà
il sipario sui Giochi Olimpici di Pechino, la cui cerimonia
inaugurale è in programma mercoledì 6 agosto.
Un evento planetario, che richiamerà l’attenzione
di miliardi di spettatori in ogni parte del mondo, per quella
che può essere considerata, senza ombra di dubbio,
la massima espressione sportiva esistente. Sul fascino di
questa manifestazione crediamo che davvero ci sia poco da
dire, così come sulla sua capacità, sin dai
tempi dell’antica Grecia, di accomunare tra loro popoli
di ogni estrazione culturale e sociale, rendendoli, per
una ventina di giorni, tutti uguali tra loro, in un unico,
meraviglioso insieme di razze, suoni e colori. Quello che
desta perplessità, però, è la scelta
logistica per l’edizione del 2008: il Cio, Comitato
Internazionale Olimpico, ha individuato la Cina. Una decisione
molto discussa, sin dalla sua origine, per molte ragioni,
prevalentemente legate al rispetto dei diritti umani, settore,
quest’ultimo, in cui il grande Paese asiatico non
si è mai messo in luce positivamente. Ebbene, proprio
in questi giorni è uscito l’elenco delle regole,
anche se forse sarebbe più giusto dire dei divieti,
cui gli spettatori delle gare dovranno sottostare. Questa
lista, denominata dagli organizzatori “Buoni costumi
per Giochi di successo”, ha subito creato non poche
perplessità: niente strumenti musicali, trombette
e fischietti. Al bando anche gli striscioni. Ammessi i cartelli,
a patto che non superino i due metri per uno. Vita dura
anche per le bandiere. Potranno entrare negli impianti solo
quelle dei Paesi iscritti al comitato olimpico e paraolimpico.
Che tradotto vuol dire: vietato sventolare i vessilli di
Tibet e Taiwan. Nulla da fare anche per i libri di culto:
chi vuole portarsi una copia della Bibbia, potrà
farlo, ma soltanto una: in numero maggiore sarà considerato
propaganda religiosa. Se i turisti stranieri che arriveranno
a Pechino dovranno rispettare le abitudini locali, anche
i tifosi cinesi dovranno fare molta attenzione. Le autorità
di Pechino non vogliono fare brutta figura e hanno dichiarato
guerra ai vizi dei propri cittadini. Uno di questi consiste
nell’abitudine a sputare per terra. Per tutta la durata
dei giochi tale comportamento non sarà ammesso e
chi proprio non riuscirà a farne meno rischia di
beccarsi una bella multa. Ma non finisce qui. Le autorità
cinesi proibiranno anche qualunque tipo di manifestazione
o propaganda politica, religiosa o razziale in tutte le
aree Olimpiche, stadi o spazi sportivi. E guai a parlare
di diritti umani. Il manuale del buon tifoso lo proibisce
espressamente: sono vietati gli slogan a favore dei diritti
umani, della tutela ambientale o che servano per raccogliere
fondi. Tempi duri anche per gli amanti degli animali. Solo
i cani guida potranno entrare negli stadi. Niente sconti
anche per i cineamatori. Qualsiasi videocamera è
vietata e solo le persone autorizzate potranno effettuare
riprese. Chi vorrà ingannare il tempo fra una gara
e l'altra ascoltando un po’ di musica, forse è
meglio che ci ripensi: non è consentito l’ingresso
a walkie talkie e radio. E se qualcuno pensa di fare il
furbo e infrangere il codice regolamentare imposto dal comitato
organizzatore sappia che le autorità sono pronte
ad intraprendere sanzioni legali contro i trasgressori.
Abituati ad assistere a eventi simili in altre parti del
pianeta, sorge spontanea la domanda: ma che razza di festa
è? I cinesi hanno puntato tutto su questa Olimpiade,
nel tentativo di rilanciare la loro immagine a livello mondiale,
ma purtroppo queste restrizioni sembrano indicare che il
lupo perde il pelo, ma non il vizio. Questo Paese, che anche
in altri settori, come quello economico, si è fatto
strada con metodi molto discutibili quali lo sfruttamento
dei lavoratori, spesso ridotti quasi in schiavitù,
è pronto a mostrarsi al mondo con il suo lato migliore.
La verità, però, è un’altra (Tibet
docet), e non basteranno tre settimane per nasconderla.
La nostra associazione condanna ogni forma di mancanza di
rispetto dei diritti umani, contestando la scelta di Pechino
come sede dei Giochi, che da sempre sono espressione di
gioia e libertà.
IL VADEMECUM
E’ proibito durante le Olimpiadi lavorare prima delle
9 a ditte, negozi e altri enti di Pechino; vietato distribuire
agli eventi sportivi (senza specifica autorizzazione) volantini
o striscioni di carattere pubblicitario, commerciale, ambientale,
animalista, politico, militare, religioso e a favore dei
diritti umani. Per quanto riguarda le bandiere e gli striscioni
sportivi dovranno essere larghi non più di 2 metri
per 1, anche se è preferibile che non ci siano per
evitare un ambiente poco sereno per tutti gli atleti. Secondo
gli esperti tutte queste regole sono volute da Pechino per
cercare in tutti i modi di evitare scritte o simboli di
protesta, richieste di democrazia, e dichiarazioni a sostegno
della causa tibetana. Nella lista pubblicata dagli organizzatori
c’è inoltre il divieto di correre nudi o mostrarsi
ubriachi. Proibite anche le riunioni e le dimostrazioni
mentre sarà permesso portare ombrelli, che spesso
in simili competizioni sono vietati per paura di usi impropri.
Chi, poi, trasgredendo i divieti causa conseguenze gravi
o proteste sociali commette un delitto, punito fino a 5
anni di carcere. Per quanto riguarda lo smog, per diminuire
il traffico, dal 20 luglio al 20 settembre i grandi negozi
del centro dovranno aprire e chiudere un’ora più
tardi. Per pulire l’aria e diminuire gli ingorghi
il governo municipale ha sospeso inoltre centinaia di migliaia
di opere in corso, chiuso le industrie rumorose e inquinanti,
rispedito a casa migliaia di migranti e controllato i carichi
di materiali edili.
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