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KRUGMAN:
"SE VOLETE USCIRE DALLA CRISI, FORMATE GLI STATI
UNITI D'EUROPA" |
(articolo
tratto da "Tempi" - Gennaio 2012)
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«Sono
molto preoccupato, è diventato troppo difficile capire
come l'Europa può funzionare. Siete una vera fonte
di inquietudine per l'avvenire dell'economia mondiale».
In un'intervista al Le Monde, il premio nobel Paul Krugman
dichiara sulla Germania: «La politica del rigore è
sbagliata, se vogliono applicarla all'Europa si trovino
un altro pianeta dove esportare».
«Il vecchio detto torna d'attualità: "Qual
è il numero di telefono dell'Europa?". Personalmente
sono molto preoccupato, è diventato troppo difficile
capire come l'Europa può funzionare. Siete una vera
fonte di inquietudine per l'avvenire dell'economia mondiale».
Non usa giri di parole il premio nobel per l'economia ed
esperto per il New York Times Paul Krugman per descrivere
la situazione dell'Europa in un'intervista al quotidiano
francese Le Monde. Secondo Krugman fino ad ora l'Europa
non è riuscita a trovare risposte adeguate alla crisi
perché pensa che sia solo «un problema di bilanci
statali»: «Ma non è vero, vi mancano
competitività e flussi di capitali. Il solo elemento
positivo che ho visto è arrivato da Mario Draghi,
il nuovo presidente della Bce, che in modo indiretto ha
facilitato la collocazione del debito sovrano sui mercati.
Ma ancora una volta è stato un intervento di emergenza
senza che sia stata data una risposta definitiva al problema».
Il ruolo della Bce è proprio uno dei motivi per cui,
secondo il premio nobel, l'Europa è in un momento
di grave difficoltà: «Avete bisogno di una
politica monetaria molto aggressiva, anche più aggressiva
di quella degli Stati Uniti. Non c'è un altro modo
per fare gli aggiustamenti necessari. La Bce dovrebbe comprare
il debito degli Stati e favorire l'espansione monetaria.
Così aumenterebbe l'inflazione, che però non
è un problema, anzi, per voi è la soluzione».
E spiega: «Per restaurare la competitività
in Europa, nei prossimi cinque anni i paesi meno competitivi
dovrebbero abbassare i salari del 20% in rapporto alla Germania.
Con un po' di inflazione, questo aggiustamento sarebbe più
facile da realizzare».
Tutto il contrario di quello che vorrebbe la Germania, che
però «sbaglia se pensa che il rigore di bilancio
e la disciplina siano la soluzione alla crisi. È
la loro storia che li porta a proporre un pessimo rimedio:
negli anni '90 loro hanno adottato la politica del rigore
ed è servito. Ma se vogliono applicarla a tutta l'Europa,
dovranno anche trovare un altro pianeta dove poi esportare
i prodotti dell'Europa stessa».
In sintesi, secondo Paul Krugman, il «problema dell'Europa
è l'Europa, «la sua stessa costruzione. Sono
vent'anni che si discute: l'unione monetaria ha scatenato
dibattiti accademici su come gestire lo choc asimmetrico
che avrebbe provocato nei vari paesi. Ma questo problema
è stato ignorato. Gli Stati Uniti reggono con un
sistema di bilancio ben integrato e una mobilità
molto elevata. Voi, che non avete né l'uno né
l'altra, dovreste puntare su una politica monetaria meno
rigorosa e su un'inflazione più elevata. Così
la zona euro diventerebbe più flessibile».
Infine, il premio nobel lancia la proposta impossibile:
«Magari si formassero gli Stati Uniti d'Europa o venissero
create delle obbligazioni comuni! Ma ci sono troppi ostacoli:
i paesi più indebitati temono di perdere la loro
sovranità, gli altri non vogliono salvare gli "irresponsabili".
Devo dire che quando penso alla zona euro, mi ritrovo in
questa situazione strana dove tutto sembra inestricabile.
Ma siccome non riesco neanche a immaginare che possa crollare
l'Unione Europea, mi dico che i politici faranno di tutto
per risolvere la crisi. Allora mi metto a pensare appunto
a una possibile soluzione, e quando la trovo, poi mi dico:
"No, è impossibile che gli Stati prendano misure
di questo tipo". Ecco, mi devo sempre confrontare con
una duplice impasse». |
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